Puer natus est nobis

I Vangeli del Tempo di Natale in fotografia

Il percorso visivo proposto dal fotografo Nicola Zaccaria pone lo sguardo sul mistero del Natale attraverso un lavoro inedito, presentato per la prima volta presso la Spectrum-Kirche di Passau. 

Le dieci opere esposte rappresentano i Vangeli del Tempo di Natale. E’ Betlemme il luogo geografico da cui un piccolo punto di luce si è ampliato a tal punto da divenire un grande sole, «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). Da questo pertugio l’artista inizia il suo cammino, interamente pensato sulla dialettica luce/tenebra, in grado di dischiudere un universo di sollecitazioni, sia sul piano sensibile sia su quello interiore. La calligrafia della luce restituisce immagini potentemente evocative, in cui le configurazioni di oggetti, la loro disposizione spaziale, la rinuncia al cromatismo e la particolare illuminazione mettono in campo una peculiare sintassi di visione. 

Il dato reale da cui il fotografo inevitabilmente parte viene elaborato in modo creativo per divenire altro da sé, ascritto ad una dimensione ulteriore di significato. Ecco dunque che un pane vitreo illuminato diviene simbolo di «quel pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,35), venuto a rischiarare la notte dell’umanità, sia degli umili pastori sia dei potenti della terra, in un abbraccio umanissimo e infinito insieme, ove tutto è amore e grazia. Un evento accaduto oltre duemila anni fa ma ancora vivo e palpitante, in una dimensione completamente estranea alle costrizioni spazio-temporali: il fotografo estrae e decontestualizza; lo sfondo nero diviene testo e non più soltanto pre-testo della sua scrittura poiché costituisce la necessaria cornice simbolica alle scene rappresentate; ne diviene alla fine testo, intriso di significato e a servizio del messaggio sotteso. 

Altro elemento formale peculiare della fotografia è il punto di vista: in questo lavoro, la prospettiva di ripresa efficacemente cambia a seconda della scena rappresentata, affinchè si possa costruire, di scatto in scatto, una reciprocità e uno scambio di relazione tra ciò che è rappresentato e l’osservatore dell’immagine. 

Il ciclo si apre con uno sguardo verso la luce dal profondo dell’abisso, a ricordare che la prima messa del Natale è celebrata nell’oscurità della notte. La nascita del Figlio racchiude la via verso la luce e la ripresa mediante il punto di vista dal basso vuole essere invito all’umanità tutta ad alzare gli occhi al cielo, a seguire la «luce della vita» (Gv 8,12)…. fino a Betlemme, come fecero i pastori e dietro a loro, noi, uomini contemporanei, in cammino verso quel bagliore di speranza….. fino al Giordano dove il cielo del Natale torna ad aprirsi e a rischiarare le tenebre offrendo un Dio visibile e udibile nel dono di un amore assoluto….fino ai giorni nostri, nella storia di ognuno di noi.

Il discorso visivo, nel fluire del racconto evangelico, è accompagnato dall’introito del giorno di Natale Puer natus est nobis che dà il titolo alla mostra.

Zaccaria si concentra, nella sua riflessione, sulla bellezza cristiana che è contemplazione del volto divino attraverso il mistero dell’Incarnazione, culmine della Rivelazione nel disegno immenso della salvezza.  

Paola Mutti

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